Fare storytelling aziendale e raccontare storie a PWS6

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Quest’anno non vedevo l’ora di partecipare alla sesta edizione di Pane Web e Salame che si è svolta a Brescia lo scorso venerdì 2 ottobre all’interno della manifestazione Supernova. I relatori avrebbero parlato di storytelling aziendale e di come raccontare storie faccia distinguere le aziende e i piccoli business dai loro concorrenti. Vediamo come è andata.

Ci sono andata con un’amica di Brescia e una sua collega con le quali ho preso posto nella sala del cinema gremitissima. Eccoci, che emozione! ci siamo dette. Quest’anno i ragazzi di Talent Garden Brescia e Gummy Industries, gli organizzatori dell’evento, si sono concentrati sul tema “Raccontare storie per distinguersi“: che storie abbiamo visto e ascoltato!

Gli interventi – prima parte

Alessandro Mininno di Gummy Industries ha introdotto gli interventi con un’importante premessa: oggi siamo bombardati da migliaia di messaggi, la pubblicità è ovunque intorno a noi nel mondo reale e in quello virtuale. Di tutti questi sono solo trecento quelli che riusciamo a memorizzare, perché il nostro spazio cognitivo è ormai saturo.

Alle persone non interessa la pubblicità (solo lo 0,06% delle persone clicca sui banner). Ma cosa interessa allora alla gente?

Ci presenta l’esempio della famosa marca di mountain bike che pubblica i filmati girati da una telecamera posta sul casco di un biker che si lancia in discesa su sentieri impervi. Ci fa capire subito quello che puoi fare con quella bicicletta, ci mostra le emozioni che prova il ciclista, i paesaggi che visita.

Non interessa far sapere che, a loro dire, quella bicicletta è la migliore del mondo per scendere da rupi scoscese. Chiaro, no?

Andrea Girolami, giornalista e autore de l’Atlante delle cose nuove, ci conferma che praticamente nessuno clicca sui banner: solo il 20% delle impressioni vengono viste da persone reali e probabilmente il 50% di quello che si spende in advertising viene rubato.

Esistono i sistemi di blocco della pubblicità come l’adv block su iOS9  e questa è un’informazione importante visto che nel caso del sito dell’agenzia ove lavora il 70% degli utenti provengono da dispositivi mobili.

Ci fa notare un altro aspetto: ormai gli editori stanno perdendo sempre più la possibilità di gestire i luoghi ove collocano la pubblicità; possono inserirla per esempio su Apple News oppure su Facebook a pagamento, in cui naturalmente devono rispettare le loro regole. La pubblicità pertanto è morta? Verrebbe di pensare così, invece…

la soluzione è meno banner e più contenuti!

Infatti le continue interruzioni come i banner, i pop up e gli spot invasivi non funzionano né su mobile né su desktop e non ci convincono a comprare un prodotto. È una recensione che fa sì che compriamo un libro. Occorre allora stimolare il cervello delle persone attraverso contenuti utili e interessanti per convincerli a compiere un acquisto. Viva la pubblicità invece!

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Conclude citando Jonah Peretti CEO di Buzzfeed che afferma che:

c’è una grande opportunità di creare un’epoca d’oro della pubblicità in cui le persone sono creative e prendono le cose sul serio.

Con Emiliano Negri di Zoo.Com abbiamo avuto un assaggio della satira 2.0 che su internet viaggia a ritmi sostenuti. In un momento di crisi economica come quello attuale, dai timidi segnali di ripresa, ci ricorda come questo meccanismo, utilizzato già nella letteratura antica, ci insegna a esorcizzare e a superare i brutti eventi.

Tante risate in sala che culminano quando parla di cyberdadaismo (si prende cioè un elemento di un contesto e lo si inserisce in un altro) facendo l’esempio della figura di un noto presentatore italiano.

L’intervento di Paola Salvatori di CheBanca! mi ha colpita, avendo lavorato in un istituto finanziario per alcuni anni. Ricordate gli spot stile musical di qualche anno fa? Un altro indizio: c’era molto giallo, un colore inusuale per una banca  😉

Beh, quando li ho visti per la prima volta a quel tempo mi sono detta: che coraggio!  Che originali! Perché? Era il 2008 l’anno dell’inizio della crisi con il crollo della Lehman Brothers!

Questa banca è innovativa anche a livello d’immagine e, alla luce di questa proposta di valore, hanno fondato Che Futuro! un giornale online che tratta di innovazione in tutti i suoi aspetti. I contenuti sono molto specialistici, non prevedono al momento pubblicità e sono scritti da ben 150 collaboratori.

Ne parlano anche nella finanza per i privati, nel blog Smart Money, impostato ispirandosi a Corriere Economia con foto e articoli più brevi. Nella collana Che futuro! hanno raccolto libri di economia tradotti da uno staff di dieci autori.

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Riassumendo: in Che Banca! diffondono i propri valori declinando il messaggio in diversi formati e rispettando i valori in cui l’azienda crede mettendo al centro i clienti.

Non è un fantastico esempio di content strategy e di content marketing? Come avevo sentito a un corso di formazione in comunicazione sul web di ormai dodici anni fa,

Qual è il momento migliore per fare pubblicità? Nei momenti di crisi

Gli interventi – seconda parte

Guido Polcan di Digital Accademia ha parlato di un incredibile, affascinante e interessantissimo progetto per coinvolgere i dipendenti di tutte le sedi di Vodafone sparse per il mondo: far visitare una nuova area dell’intranet global che era poco conosciuta.

Hanno così progettato il rapimento di una stagista che lavorava a un videogioco aziendale, The Plot, che l’ha letteralmente risucchiata nei meandri del codice. A tutti i dipendenti, organizzati in squadre, era stato chiesto di salvarla risolvendo quesiti e trovando indizi disseminati qua e là nell’intranet e nel mondo reale.

Solo le migliori venti squadre sarebbero andate a Londra per la sfida finale e la vincitrice avrebbe ricevuto un premio in denaro. Un esempio elaboratissimo di engagement fra i dipendenti, gamification e, correggetemi se sbaglio, di transmedia storytelling (loro in verità parlano di storytelling interno).

Il filmato presentato invece da Riccardo Zanardelli di Firearms Communication per Fabbrica d’Armi Pietro Beretta ci racconta la genesi del fucile di lusso, nato dal connubio della sapienza artigianale con le più moderne tecnologie produttive. Si tratta di un vero e proprio corto di quattro minuti dalle musiche coinvolgenti, che ha raggiunto ben 1,5 milioni di visualizzazioni.

A mio avviso, però, anziché raccontare la fusione tra antico e moderno e l’eccellenza degli artigiani italiani nel realizzare del prodotto (due temi piuttosto sfruttati nel marketing).

Sarebbe stato più interessante parlare del cliente finale, immagino un conte inglese o un capitano di industria statunitense che va a caccia con questo fucile finemente lavorato nelle foreste inglesi o sulle Montagne Rocciose. Il tutto nell’ottica di storytelling aziendale e content marketing.

Date un’occhiata al video Human Technology e scrivetemi per favore la vostra opinione nei commenti.

Curioso l’accostamento dell’intervento con quello successivo dei due ragazzi calabresi dei Coltivatori di Musica all’interno della Resistenza Gastrofonica Viaggiante: Paola Scialis e Stefano Cuzzocrea lanciano il messaggio non fate la guerra ma gnocchi al pomodoro e il tema del cibo come nutrimento, non come un oggetto estetico.

Promuovono il pomodoro di Belmonte Calabro, loro paesino d’origine attraverso questo progetto che mescola teatro, musica e cucina in modo del tutto originale e coinvolgente.

Per coloro che credono che i giovani abbiamo poca inventiva, facciano un giro sulla loro pagina Facebook o si aspettino di ritrovarseli nella propria città durante il loro tour.

Pane Web e Salame si chiude in dolcezza con l’ultimo intervento di Rosy Zurolo delle Torte di Giada, una pasticceria in centro a Brescia che prepara torte stile americano e le gravity cake.

Ci svela che non svolgono un’attività di marketing pianificata a tavolino, ma un marketing più naturale, basato su un rapporto di confidenza con il cliente, in cui le recensioni giocano un ruolo fondamentale. Non frequentano le fiere di cake design ma quelle per esempio per bambini, ritagliandosi un ambito in cui distinguersi più facilmente.

Alla fine ci aspettava il pranzo a base del consueto pane e salame con gnocchi al pomodoro di Belmonte dei Coltivatori di Musica, che ci hanno regalato uno spettacolo allegro e divertente con tanto, tanto networking.

Coltivatori di Musica PWES6

Conclusioni

Non importa quanto budget avete a disposizione. La capacità di raccontare una storia che sostenga il prodotto, utilizzando o tralasciando le tecniche dello storytelling è fondamentale oggi, dato che i meccanismi e i panorami della pubblicità tradizionale sono stati scardinati.

Il consumatore è sempre più attivo e non sopporta le interruzioni: occorre catturare la sua attenzione producendo e distribuendo contenuti interessanti.

Solo allora, se lo avrete convinto e magari anche divertito, sarà disposto a scegliere voi fra tanti.

 

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Ove non diversamente specificato tutte le immagini sono ©Anna Colagè 2015-2020

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