Perché si sottovaluta scrivere per il web in Italia? In questo articolo vi spiego il valore della scrittura online, un’attività che merita di essere considerata tale e retribuita di conseguenza.
Mi capita di leggere articoli che periodcamente riportano una situazione di sfruttamento degli scrittori per il web nelle loro diverse categorie: web writer, seo copywriter, blogger, content editor, articolisti sottopagati o con curiosi metodi di pagamento quando c’è. Basta leggere gli annunci e trovare pagamento a visualizzazione, a visibilità, a parola escludendone diverse (le stop words), collaborazione gratuita per appassionati, in cambio di formazione.
Come è emerso al recente Engagement Content Marketing, di cui potete leggere un interessante report qui, i contenuti che attraggono i clienti hanno assunto un’importanza capitale nel mondo del marketing su web.
Prima ancora, a Pane Web e Salame 6, è stato ricordato come ci troviamo in un’epoca d’oro della pubblicità in cui sono stati scardinati i meccanismi tradizionali a favore di una prospettiva diversa, in cui occorre catturare l’attenzione dei consumatori o lettori, mettendo al centro del business loro e non il prodotto.
Guardando a tutte le iniziative di content marketing (disciplina diversa dalla content strategy come spiego in un altro post), è chiaro che urge l’impiego di scrittori professionisti del web che sappiano scrivere:
Diverse tipologie di contenuti
- Post per blog su argomenti di interesse per i clienti, che risolvano un loro problema o li intrattengano su determinate tematiche a loro care
- Contenuti di un sito
- Case history, ovvero casi di successo
- Newsletter
- Post o tweet per i vari social network scelti da presidiare
- Contenuti ottimizzati SEO per siti, blog, etc
- Testi per landing page
- Contenuti per intranet aziendali
- E-book, guide, how to, white paper e altri documenti specifici
- Interviste scritte
- Article marketing su riviste di settore online
per citare alcuni esempi, di cui aggiungo a parte alcune operatività piuttosto comuni come:
Ciascuno di questi documenti ha le sue regole di scrittura e prevede varie:
Fasi pre e post redazione di:
- Analisi del target, degli obiettivi, del mercato (i più fortunati ricevono questi dati, molti se li devono cercare da sé o ricevono indicazioni sommarie)
- Ricerca del materiale (online ma anche cartaceo), selezione e organizzazione del materiale raccolto (la content curation)
- Redazione di una prima bozza (fase creativa attraverso mappe mentali o altre metodologie) con o senza le keyword
- Riscrittura
- Editing
- Correzione bozze
- Inserimento di immagini ottimizzate o adattate ai vari formati
- Diffusione secondo i social o le varie modalità (Come allegato alla newsletter? Un documento scaricabile dal sito? Una pubblicazione su una rivista specializzata online?)
- Monitoraggio dei risultati
Quando uno scrittore produce un contenuto, naturalmente si avvale di vari:
Strumenti a sostegno della scrittura online
Partendo da alcuni esempi di contenuti che ho citato prima, prendete per esempio le newsletter create con software come Aweber, MailChimp o Get Response; oppure la SEO con i diversi tool di ricerca parole chiave (il selettore di parole chiave di Google, Übersuggest, Keywordtool), oppure i software per designer in erba come Canva o quelli per alleggerire il peso delle immagini come Tiny.png.
E vogliamo parlare di quelli che aiutano a concentrasi meglio durante la fase di redazione come Ommwriter o di quelli che mostrano l’indice di leggibilità del testo?
Aggiungo il dizionario di italiano, il vocabolario dei sinomi e contrari, il vocabolario di lingua straniera, online o cartacei sempre presenti sulla scrivania del provetto web writer o web copywriter freelance.
E non bisogna dimenticare nemmeno la cultura personale, la creatività, la curiosità intellettuale, il continuo aggiornamento che sostiene e valorizza l’offerta di un professionista della scrittura.
Se anche uno scrittore per il web lavorasse solo dalla fase 2 alla fase 6, direi che il lavoro proprio non gli manca.
Scrivere online è un’attività complessa come quella per la carta a cui si sono aggiunte dinamiche specifiche come:
- La non linearità del testo
- La fruizione da schermi di diverse dimensioni
- La scarsità di attenzione dei lettori/consumatori da catturare
- L’enorme quantità di informazioni da cui siamo sommersi ogni giorno e
- La relativa necessità di emergere con originalità, pertinenza e tempismo.
Tutti elementi di cui si deve tenere conto quando si vuole scrivere per il web.
Fattori culturali
Nonostante siamo un paese di santi, navigatori e scrittori, in Italia, rispetto ai paesi anglosassoni e a quelli di matrice tedesca, la scrittura per il web continua a essere sottovalutata. Un esempio? Basta ritornare alle inserzioni di lavoro di cui parlavo all’inizio. Al di là della questione del compenso, è una questione di mansioni.
Spesso si leggono inserzioni in cui il web/copy/seo writer deve fare di tutto e di più: in aggiunta alle varie fasi pre e post redazione, che dipendono anche dalla suddivisione dei ruoli in agenzia, succede non di rado che debba occuparsi anche di campagne Adwords, Facebook, moderazione dei commenti, parlare con i clienti, gestire gli ordini e assistere la rete vendita (di queste ultime due ho avuto esperienza diretta durante un colloquio!), girare e montare video… Aiuto, meglio che mi fermi!
In Inghilterra e Germania i ruoli sono ben definiti: chi scrive, scrive; chi si occupa della parte commerciale fa quello e basta; chi è videomaker, gira video e stop. Inoltre i compensi per esempio per i post o i testi ottimizzati SEO sono in media, in parallelo all’esperienza, molto più alti che in Italia.
Chi segue un mercato straniero, ovvero ne gestisce i testi per la lingua di riferimento, lavora 40 ore alla settimana in ufficio solo per quello. Leggete anche qui gli annunci che compaiono online come sono dettagliati e assolutamente appropriati per il ruolo.
Non mi spiego come mai in Italia non si riconosca questa categoria di lavoratori ora sul web, eppure abbiamo dato i natali a fior fiore di scrittori, poeti, pensatori e filosofi. Forse si tratta di una triste eredità che deriva dall’opinione che si ha sulla scrittura cartacea ora trasferita anche online…
Probabilmente vi sarà capitato di sentire (o di dire!) basta che fai copia e incolla dai tuoi articoli, dammi un’occhiata veloce al testo, basta un sunto dal tuo blog, basta… ma basta, per piacere…
Provate a dire a un designer disegnami un paio di loghi per la mia attività, a un piastrellista mettimi giù una cinquantina di piastrelle nuove in bagno o a un avvocato scrivimi due righe di contratto a prova di bomba e a immaginare cosa vi rispondono.
Quando ingaggiate un copywriter, blogger o web writer, ricordatevi di quello che c’è prima, durante e dopo la redazione di quella decina di righe per la vostra pagina web e abbiate lo stesso rispetto come quando vi rivolgete a un designer, a un piastrellista o a un avvocato.
E voi blogger, web writer, articolisti, content editor, seo copywriter mettete in luce il vostro valore:
- Scrivete un preventivo dettagliato delle attività connesse alla redazione di quel contenuto
- Mantenete il prezzo che avete offerto dopo un’analisi accurata della tipologia del testo, del grado di conoscenza dell’argomento, del tempo a disposizione e di quello richiesto dal cliente, e della reale esperienza
- Spiegate come avreste scritto voi un testo del cliente
- Scrivete eventualmente un testo di prova di max. 200-300 parole (talvolta negli annunci ne chiedono ben 1500-2000 non retribuiti!)
- Fatevi lasciare le raccomandazioni scritte, con i riferimenti per poterle verificare, per lavori di cui i clienti sono stati molto soddisfatti
Secondo voi come mai c’è questa svalutazione della scrittura per il web in Italia? Cosa proporreste per darle il valore che merita? Scrivetemelo nei commenti, sono proprio curiosa! Niente polemiche però 😉
Sullo stesso tema avevo parlato di “Quanto costa scrivere un post: un simpatico divertissement.”
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Copyright foto: rozalia/123RF.com
2 commenti
Ciao! Cercavo le parole chiave: “Scrittura web sfruttamento” e mi è spuntato il tuo articolo, bello ed esauriente. Mi ero soffermata su come in Italia ogni lavoro di tipo creativo o culturale (scrittura compresa) sia sottovalutato, svalutato e mortificato da gente che, al massimo e se tutto va bene, paga 10 euro un pezzo che richiede anche quelle 4 ore lavorative, comprese ricerca immagini e fonti. Chi dà questo tipo di lavoro un giorno ti gratifica, il giorno dopo ti tratta male, non ricordando che tu sei una persona con nome e cognome e non solo un redattore tra i tanti(perché non ricordano chi sei). Quindi, se a una mail sgrammatica(perché dall’altra parte c’è chi non sa scrivere e si definisce caporedattore) si fa notare che non si deve allungare il brodo per raggiungere tot battute, ci si sente rispondere che si può anche mollare il lavoro, tanto c’è la fila pronta a essere sfruttata e che non si può andare avanti. Accade così. Non si è nulla Quello che si dovrebbe fare è far notare che anche star dietro a una tastiera richiede impegno e fatica. Ma noi siamo il Paese in cui non si possono avere ambizioni e ci si sente chiamare “choosy”, come diceva la Fornero.
Ciao Francesca, ti ringrazio molto per il tuo commento che approfondisce questo tema spinoso per chi si occupa di scrittura per il web. Non stanchiamoci di spiegare a chi ci desidera ingaggiare l’operatività, la competenza e la fatica che si cela dietro la scrittura anche solo di poche righe e cerchiamo di non cedere alle prospettive di compensi troppo bassi rispetto all’impegno profuso, pensando che facendo più collaborazioni raggiungiamo un minimo mensile accettabile. Altrimenti si continua ad alimentare quel circolo vizioso di cui siamo vittime. In questo post mi ero divertita a fare un conteggio ore impiegate/ compenso a ore. Sappimi dire che ne pensi 🙂 Alla prossima!