La gestione del tempo in lockdown di una content strategist e UX writer con famiglia

La gestione del tempo in lockdown di una content strategist e UX writer con famiglia

La gestione del tempo in lockdown di una content strategist e UX writer con famiglia

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In questo periodo di ritiro obbligato abbondano articoli, tutorial e webinar sulla gestione del tempo in lockdown, una situazione inaspettata e pesante a lungo andare. Ecco il mio contributo su questo tema che tanto mi appassiona e che spesso mi ha salvata dal caos esterno e da quello interiore.

Le conseguenze dirette

Premetto che per me non è cambiata molto la vita da quando sono entrate in vigore le disposizioni per contenere la diffusione del Corona virus. Lavoro già da casa e sono abituata a separare lavoro e ménage famigliare sia a livello operativo, sia a livello degli spazi e dei tempi.

Se non fosse per un piccolo dettaglio dall’impatto devastante alla lunga: la chiusura delle scuole.

Giustissimo provvedimento che ora, nel momento in cui scrivo a pochi giorni dall’allentamento di queste misure, ha sollevato il grande problema della gestione dei bambini, soprattutto di quelli in età prescolare quando i genitori torneranno al lavoro.

Peccato che ci siano persone che non hanno smesso di farlo dall’inizio del lockdown…

Spero che ai piani alti riescano a trovare le soluzioni diverse più efficaci (quindi per forza di cose molteplici e flessibili), che tengano conto delle necessità di sicurezza di tutti: dei genitori che li accompagnano, del personale che ci lavora, dei bambini.

Soprattutto dei più piccoli, che, grazie al rapporto in presenza con maestre e compagni, possono continuare a sviluppare le competenze acquisite e ad assimilarne di nuove. Non intendo quindi “la scuola come un parcheggio” (citazione dai social network).

In attesa di conoscere gli sviluppi, che al momento sono ancora in fase valutativa a pochi giorni dall’inizio della fase 2, mi sono organizzata dividendo a metà la giornata tra lavoro e cura del bambino.

Se vi state domandando quante ore lavoro al giorno, la risposta è un classico part-time da sei ore: quattro ore molto intense al mattino (e tra poco capirete perché) e due ore spezzettate tra pomeriggio e sera quando si avvicinano le consegne.

Grazie a Dio il lavoro non manca, citando il mio collega di tastiera Roberto, sia dall’Italia sia dalla Germania.

Super concentrazione a prova di pargolo con le dovute interruzioni

Ora mio figlio comincia a capire che ci sono momenti in cui la mamma lavora e non può essere disturbata, ma tra capirlo e metterlo in pratica passa pedagogicamente del tempo.

Il fatto di vedermi seduta alla scrivania aiuta molto il mio bimbo a livello visivo. Ho persino appeso un cartello girevole fuori dalla porta della camera adibita a studio: sul davanti figura il segnale di stop e l’immagine di una donna che lavora al computer e sul retro un semaforo verde con una donna sorridente e con gli occhiali come me che tiene una palla in mano.

Ci sono però alcune mattine in cui mio figlio non vuole finire la colazione, né vestirsi oppure in cui desidera aiutare la mamma a scrivere. Ci sono poi gli attacchi di mammite acuta, oppure le classiche giornate storte. Avete mai vissuto anche una di queste situazioni?

Quindi le quattro ore designate talvolta si riducono in pratica a tre in cui devo documentarmi, scrivere, fare la revisione, correggere e pubblicare, inviare, condividere, etc.

Facendo appello alla serena accettazione degli eventi e delle interruzioni, mi sono messa l’animo in pace quando la vera giornata lavorativa comincia alle 10:00.

Tabella di marcia non troppo densa

Se arrivano 200-250 schede prodotto da scrivere è facile fare un calcolo per vedere quante se ne riescono a redigere in ogni ora lavorata. Il problema si presenta quando il cliente desidera un alto grado di personalizzazione di ciascuna scheda, pur cambiando il prodotto solo per esempio nel colore, nell’imballo, nella grammatura. Don’t panic!

Questa volta l’argomento lo conoscevo già, ma, vista l’elevata probabilità di essere interrotta, ho chiesto al committente se era possibile avere dei tempi più lunghi per la consegna. Un vantaggio spesso sottovalutato in questa situazione, ricordate i tempi di consegna allungati degli e-commerce?

Risposta affermativa! Chiedere è lecito e rispondere è cortesia, si dice no?

Quindi ho programmato un numero di testi che tenesse in considerazione le interruzioni e ho calcolato un giorno in più per la revisione finale e ulteriori imprevisti.

Non ho ceduto alla lusinga di portarmi avanti con il lavoro nel weekend o nei momenti in cui mi sentivo particolarmente ispirata per non incorrere in facili ripetizioni, tanto deplorate dal cliente.

Risultato?

La soddisfazione di aver raggiunto ogni giorno il mio obiettivo ridotto e di aver avuto sempre mente fresca e lucida per rifinire quei testi e renderli ancora più unici.

Il secondo vantaggio di seguire una tabella non troppo piena permette di avanzare del tempo per altri lavori da svolgere in contemporanea (nel mio caso le localizzazioni o le consulenze) oppure di ampliare le ore dedicate al bambino.

Il tempo del bambino

È quello del pomeriggio in cui, dopo il riposino (che per fortuna ancora fa!) ci dedichiamo ai lavoretti che ci manda la scuola, alle video chiamate con parenti e amichetti, oppure ai tiri al pallone in giardino. Quest’ultimo è un autentico privilegio durante questa emergenza sanitaria con tutti i benefici che comportano per me e il bambino.

Mentre dorme riesco a lavorare ancora un po’ dedicandomi alla lettura delle email, alle revisioni e agli altri controlli.

E quando arriva papà dal lavoro (considerato attività produttiva) altro tempo di qualità per lui e tempo utile per me per finire le ultime cose oppure per dedicarmi alla formazione e al networking con clienti e colleghi. Il tutto in circa un’oretta prima di cena.

Risultato?

Nessun senso di colpa: evviva!  

La formazione ai tempi del Corona virus

Mai come in queste ultime settimane sono sbocciati in rete corsi di formazione, webinar, aperitivi digitali e lezioni che molti di voi avranno inserito nella propria gestione del tempo in lockdown.

Tantissimi quelli gratuiti che si possono seguire anche in differita, aspetto per me e per quelli nelle mie condizioni importantissimo. Nelle mie scorribande online ho fatto delle bellissime scoperte sia per lavoro sia per cultura personale.

Gli approfondimenti di lavoro

  1. I webinar di Sara Grizzo di Sprachschneiderei sulla machine translation, il post editing e la localizzazione
  2. Il webinar caffè sulla transcreazione di Federica D’Alessio e quello sui contenuti user centered di Valentina de Michele sulla pagina Facebook di Copy42
  3. Il bellissimo intervento di Ivonne Bindi nella maratona pomeridiana Artigiani delle Parole sulle origini e sul viaggio (!) della parola design, durante il quale il mio cuore ha avuto un piccolo sussulto in memoria dei miei studi universitari in linguistica
  4. I due interventi di Serena Giust sullo UX writing su Rinascita digitale e Digital Update
  5. L’intervento sul valore delle parole di Regina Moretto nel gruppo Facebook Le Rosa
  6. L’aperitivo digitale al femminile con Alessandra Perotti sul tema della scrittura come strumento importante per reagire alla crisi

e alcuni tra User Experience, content strategy e vita da freelance.

A breve comincerò un corso introduttivo sul content design.

Gli approfondimenti buoni anche per il secondo lavoro

Per quanto riguarda gli altri incontri formativi online ho seguito quelli dell’associazione di cui sono socia Verona Professional Women Networking sia in inglese per mantenerlo allenato (organizzato insieme a Inlingua Verona), sia quelli in italiano dedicati alle soft skill.

Tra i webinar che mi hanno accompagnata in queste settimane e che desidero porre in cima a tutti gli altri in un’ipotetica classifica di qualità, segnalo quelli della mia amata rivista pediatrica UPPA, una preziosa fonte d’ispirazione, riflessione e tranquillità nel mio percorso genitoriale anche in questo periodo complicato.

Abbasso il multitasking e viva la delega!

Avete presente quell’immagine che circola sui social network di una donna in cucina (classico!) che smanetta sul pc, cucina, lava i piatti, toglie i panni dalla lavatrice e accudisce il pargolo allo stesso tempo? Bene, cancellatela subito. Io credo nel fare una cosa alla volta, al massimo due, e che i figli si fanno e si gestiscono in due.

Uno dei problemi che affligge molte donne è la mania, più spesso della necessità, di voler fare tutto da sole facendo più cose contemporaneamente. Purtroppo però in questo modo ci sovraccarichiamo di incombenze, pensieri, preoccupazioni inutili, tanto nervoso e notti disturbate.

Non si è mai veramente del tutto sole e gli altri non sono meno capaci di noi. Ne avevo parlato nel post La gestione del tempo in gravidanza di una content editor e strategist .

Via libera quindi alla delega delle mansioni noiose e ripetitive come per esempio stirare, portare a spasso il cane, fare la spesa, tagliare l’erba del giardino, lavare i piatti. Nel mio caso ha fatto la sua buona parte mio marito.

La parola d’ordine è alleggerirsi e lasciare che le cose vengano fatte anche in modo un po’ diverso dal vostro (recito ancora a me stessa quest’ultima parte del mantra)  😉

Attività ricreative ed eventuali

Leggere libri, cucinare manicaretti, seguire online lezioni di pilates, acquerello, fai da te? Tutto rimandato a tempi migliori. Sorry!

Riassunto + 12 consigli utili per un’ideale gestione del tempo in lockdown e anche dopo

  1. Responsabilizzate e sensibilizzate il vostro partner/ marito con cui mettervi d’accordo per i punti 2, 4 e 9
  2. Ritagliate il tempo del lavoro, trovate un luogo tranquillo in casa e marcate il territorio – anche con un simpatico cartello
  3. Se ritenete e ce la fate, modificate il vostro orario di lavoro alzandovi prima al mattino o lavorando dopo cena
  4. Fate presente alla famiglia che nell’orario prescelto state lavorando e che si possono arrangiare benissimo da soli per x ore
  5. Ai bambini mostrate visivamente quanto poco è il tempo in cui lavorate rispetto a quello in cui state con loro. Date loro un’attività tranquilla da fare mentre lavorate e promettetene una divertente e movimentata da fare insieme non appena avete finito – età del bimbo permettendo
  6. Entrate in modalità super concentrate stile zen durante il lavoro
  7. Chiedete del tempo in più ai committenti o datori di lavoro per svolgere le attività, qualora non siano già rallentate di loro, nonostante tutti gli aiuti tecnologici a disposizione
  8. Prevedete e accettate le interruzioni e gli imprevisti, sempre in rigoroso stile zen, con i quali calcolare il tempo aggiuntivo
  9. DELEGATE coinvolgendo i vostri “coinquilini” nelle mansioni di casa – Maria Montessori docet
  10. Sorvolate su eventuali piccoli disastri – ripetetevelo come un mantra
  11. Dedicatevi con gioia ai bambini, al marito/compagno
  12. Regalatevi del tempo per voi stesse (formazione, network, hobby) – Annamaria Anelli nel suo manualetto Terzo Tempo docet

Forse vi starete chiedendo chi fa compagnia al mio bimbo il mattino, vero? La risposta l’ho trovata nel mio magico tabellone degli aiuti aggiornato da allora 😉

Qualsiasi sia la vostra organizzazione del tempo in lockdown e le vostre possibilità, spero abbiate trovato degli spunti di riflessione interessanti da mettere in pratica per la famosa fase 2 e le successive. Fatemi sapere nei commenti, ci tengo! Anche se ho dimenticato qualcosa 🙂

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Foto di Charles Deluvio su Unsplash

 

Chi lo ha scritto:

Sono UX writer, copywriter, content strategist, localizzatrice: progetto, scrivo e localizzo contenuti per il web per attrarre, fidelizzare e coccolare gli utenti che visitano le tue pagine web. Come posso aiutarti?

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