Una mail da paura: il burocratese è ancora fra noi

Una mail da paura: il burocratese è ancora fra noi

Una mail da paura: il burocratese è ancora fra noi

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Quando ho letto la mail del Comune che mi informava che mio figlio era in lista d’attesa per alcune attività per i bimbi, sono rimasta scioccata: sapete perché? Nooo, non per la lista d’attesa, ma per come avevano scritto la mail in un burocratese da paura!  😮

La Sua domanda presentata dopo il 23 settembre 2016, termine previsto per le iscrizioni al “XXXX”, sarà presa in considerazione una volta esaurita la graduatoria degli aventi diritto.

Nel caso di successiva ammissione le modalità di accoglienza e di frequenza Vi verranno trasmesse dall’Ufficio competente.
Cordiali saluti

Comune… /Servizio…

Ora analizziamo insieme questa mail.

A livello concettuale

  1. La Sua domanda presentata dopo il 23 settembre 2016 : vale a dire “Ma sei proprio distratta! Non ti  sei accorta che è passato il termine per presentare la domanda?” La data è stata ben evidenziata in blu dall’impiegato comunale per sottolineare la grave dimenticanza e sbadataggine di chi desidera iscrivere al servizio il proprio bambino. Non ti viene forse il dubbio che magari non hai pubblicizzato il servizio a sufficienza e con la giusta strategia? Sul volantino che avevo trovato in farmacia non era indicata alcuna data e poiché sono online una buona parte del giorno, non ho visto proprio nulla: mi sarà proprio sfuggito 😉
  2. …sarà presa in considerazione una volta esaurita la graduatoria degli aventi diritto: sappi che tuo figlio è finito in coda a tutti gli altri che invece, deduco, hanno rispettato la data. E potresti pure non averne diritto, sembra intendere! Nel modulo online  i criteri per partecipare sono indicati, quindi non c’è bisogno che me lo ricordi in questo modo.
  3. Nel caso di successiva ammissione le modalità di accoglienza e di frequenza Vi verranno trasmesse dall’Ufficio competente: nel caso in cui tuo figlio venisse ammesso in seguito (perché la data è già passata e comunque tuo figlio ha davanti altri bambini) qualcuno di un non ben precisato reparto te lo comunicherà: come, non è dato saperlo.

Aiuto! Come non trattare un cittadino contribuente… 🙁

A livello sintattico

  1. La principale della prima frase La Sua domanda… sarà presa in considerazione…  è stata spezzata non da uno, ma da ben due incisi (presentata dopo… e termine previsto… così soggetto La Sua domanda e verbo (un bel passivo!) sarà presa in considerazione sono distantissimi. E per chiudere in bellezza una bella secondaria una volta esaurita la graduatoria degli aventi diritto che però a livello logico andrebbe espressa prima, ovvero prima esaurisco la graduatoria e poi analizzo la tua richiesta. Facciamo andare il lettore avanti e indietro nel tempo (come sconsiglia Luisa Carrada)!
  2. Il soggetto non ben identificato Ufficio competente è posto alla fine della seconda frase costruita ancora con il passivo verranno trasmesse

Che fatica leggere questa mail!

A livello lessicale

  1. La nominalizzazione di sintagmi (pezzetti di frase di un paio di parole, per semplificare al massimo) restringe la frase in una versione super condensata, dando l’impressione che sia stata scritta di fretta, e gela il tono già asettico di questa mail. Ammissione, modalitàfrequenza, partecipazione potevano cioè essere sciolte in frasi brevi  composte da soggetto, verbo e predicato.
  2. Ecco tre parole da evitare come la peste e da mettere pertanto nella black list, secondo la definizione di Luisa Carrada che rimanda a foschi scenari economici e politici: termine previsto, aventi diritto e Ufficio competente sostituibili con i più comuni data (se indicata in cifre, si può omettere il nome che risulta ripetitivo), partecipanti e reparto xy. Tutte parole del burocratese che ahimè serpeggia ancora indisturbato e incomprensibile nei meandri della comunicazione scritta della pubblica amministrazione.

Ma in che epoca ci troviamo leggendo questa mail?

A livello stilistico

  1. Manca il destinatario della mail. Possibile? Sì possibile, sigh! Va bene che sarà una email standard ma almeno potevano intestarla con un classico  Gentile signora
  2. Le maiuscole appaiono qua e là: fanno tanto lettera commerciale con le sue formule di cortesia sorpassate che prevedono aggettivi possessivi e pronomi scritti con la prima lettera maiuscola e danno proprio l’impressione di vetusto (siamo sempre online e nel terzo millennio, no?). Oltre al fatto che i nomi comuni come ufficio vanno in genere in minuscolo con qualche eccezione. Infatti non è specificato di che ufficio si tratti, ma è solo un generico ufficio competente, e ci mancherebbe che non sia competente!
  3. Manca il nome e cognome di chi manda la mail e che si occupa di seguire e promuovere il servizio: come mai? Forse è meglio che resti anonimo per qualche motivo di deresponsabilizzazione (scusate il parolone)?

Tanto mistero per nulla!

Ecco comunque come l’avrei scritta io:

Gentile Anna,

con ogni probabilità non si sarà accorta/ ci dispiace che le sia sfuggito/ le sarà sfuggito che il termine per la presentazione delle domande per “XXXX” era il 23 settembre. Non c’è problema, volevamo rassicurarla che l’abbiamo ricevuta e, non appena si libererà un posto nella graduatoria che abbiamo stilato nel frattempo, sarà nostra premura informarla. Così il suo bambino (oppure direttamente il nome del bambino) potrà partecipare alle attività che abbiamo pensato per i bimbi della fascia di età di suo figlio.

In quel momento/ A quel punto la contatteranno le educatrici della cooperativa della sua zona/ quartiere che saranno liete di darle tutte le informazioni sull’accoglienza e la frequenza del bimbo.

Non vediamo l’ora di accogliere anche il suo bambino nel progetto “XXXX” e nel frattempo le auguriamo una buona giornata.

Tizia Caia

Comune di… / Servizi per…/ …

Considerazioni finali su questa email in burocratese stretto

Non mi capacito di come possano ancora girare simili comunicazioni  dopo l’iniziativa di semplificazione del linguaggio della Pubblica Amministrazione. In Italia il progetto Chiaro è stato lanciato nel lontano 2002. Qui si possono vedere alcune riscritture di testi in burocratese curate dall’illustre linguista Tullio de Mauro.

L’Italia si era allineata ad altri paesi che facevano del plain language la bandiera per comunicare in modo semplice e diretto con i cittadini: i paesi anglofoni si erano già mossi negli anni settanta e gli altri paesi europei pochi anni prima di noi (per una volta, quindi, non eravamo in ritardo). Online c’è ancora questo bellissimo quaderno del Mestiere di scrivere, scritto da Daniele Fortis nel lontano (encore!) 2003.

A oggi sono passati 14 anni: perché la comunicazione scritta della Pubblica Amministrazione non viene ancora adeguata a tutte le fantastiche opportunità che ci sono ora di scaricare e inviare moduli, verificare posizioni previdenziali, iscriversi ai vari servizi per la comunità, il tutto online?

Per la cronaca: quando mi hanno annunciato che mio figlio era stato accettato, pensate che mi abbiano mandato un’altra email? Noo, un bell’allegato introdotto da un impersonale e freddo  “come da oggetto si invia pdf in allegato. Cordiali saluti” ovviamente senza indicare nella firma nome e cognome dell’addetto comunale 😮

Conoscete degli esempi virtuosi della comunicazione della pubblica amministrazione della città o del paese in cui abitate? Citatemeli nei commenti, sono fiduciosa che qualcuno abbia voluto seguire le linee guida del progetto Chiaro 🙂

Segnalo le bollette di un gestore di luce e gas locale che ogni due mesi trovo nella cassetta della posta e gli “8 esempi di newsletter efficaci durante l’emergenza sanitaria“.

In uno dei suoi magistrali articoli Luisa Carrada smonta e rimonta un altro testo da paura, per la precisione un microtesto di un portale un ente pubblico andato in tilt. E qui trovate Un accordo per semplificare il burocratese.

Post aggiornato il 03 aprile 2020.

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Photo credit: Pixabay

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