Sull’onda del bilancio personale del 2021, ho selezionato un gruppo di clienti, colleghi e seguitori del variegato mondo dei contenuti per scoprire come è andato il loro 2021. Oggi condivido con voi i risultati e alcune riflessioni di questa piccola indagine sui professionisti dei contenuti con uno sguardo al 2022. Cominciamo!
I soggetti dell’indagine sui professionisti dei contenuti
Gli intervistati e le intervistate di questa indagine circoscritta sono tutti professionisti italiani che operano in vari settori dei contenuti: dai copywriter ed editor ai traduttori, passando per gli UX writer e i content strategist e arrivando a editor e ghost writer. Molti lavorano in più campi in contemporanea.
Un’ulteriore conferma di come le discipline sui contenuti hanno tanti punti di contatto e di come, almeno in Italia, si tende ad avere una specializzazione orizzontale.

Vi confesso che quando ho visto che la metà di questi professionisti lavorano sia con l’Italia sia con l’estero, mi sono rallegrata. Come si dice in finanza, è meglio distribuire gli investimenti in più mercati. E questo è più vero alla luce dei recenti sconvolgimenti politici come la guerra in Ucraina.
Ma è vero anche perché come ho più volte sottolineato, all’estero i compensi per chi si occupa di strategia dei contenuti, scrittura per il web, editing e traduzioni/ localizzazioni sono molto più alti. Non tanto per il diverso sistema fiscale – contributivo, quanto per un maggiore riconoscimento del valore di queste discipline che si traduce in un più alto compenso economico.

Il campione di partecipanti inoltre lavora per la maggior parte da oltre dieci anni nel proprio settore. L’altra porzione da cinque a dieci anni. Questo indica che chi si occupa di scrittura e traduzioni in modo professionale e delle altre discipline sorelle e cugine può campare discretamente, sia che viva da solo o in coppia.

Il networking dei professionisti dei contenuti
Venendo all’aspetto pratico dell’indagine, ho voluto sondare sia il networking sia la formazione intrapresa dai partecipanti nel 2021.
Due aspetti importantissimi che un libero professionista o un dipendente che lavora nel mondo dei contenuti dovrebbe sempre curare. Le nuove opportunità si scoprono ampliando la propria rete di contatti e le proprie conoscenze.
La predominanza della modalità online è coerente con gli sviluppi pandemici. Ma notare che qualcuno ha proprio tralasciato questa attività, mi fa un po’ pensare. Sovraccarico di lavoro? Scelta precisa? Motivi personali? Questo aspetto meriterebbe di essere approfondito.

La domanda successiva conferma che il numero di eventi di networking nel 2021 è stato piuttosto basso, fino a nove, per la metà degli interessati. Mentre per un quarto è stata un’attività intensa (da 10 a oltre 20) che compensa l’attività nulla dell’altro quarto.

Coloro che hanno fatto networking rivelano tuttavia una soddisfazione per la maggior parte risicata, se non addirittura deludente. Con ogni probabilità la modalità online non è stata così soddisfacente come quella in presenza. Comprensibile.
Cogliere le espressioni del volto, notare gli atteggiamenti del corpo e stringersi la mano dal vivo sono sempre vincenti in fatto di relazioni.

La formazione dei professionisti dei contenuti
Passando alla formazione, anche qui si nota una netta predominanza della modalità online compensata dalla lettura di libri ed e-book che lasciano riposare lo sguardo dopo tante ore passate davanti allo schermo.

Il tempo investito nella formazione normalmente è molto sentito dai professionisti che lavorano nei contenuti. Ma nel 2021 le cose sono andate un po’ diversamente come si nota anche dal numero di libri letti.
Qui troviamo una netta presenza di lettori deboli (fino a nove libri), poi i lettori medi (sotto i venti libri), infine un quarto che dichiara di averne letti oltre venti. Sono i famosi lettori forti.
Per i primi forse il tempo impiegato al lavoro, come noterete tra poco, ha risucchiato tutte le energie residue da destinare alla lettura.
Per i lettori forti forse leggere così tanti libri è stato possibile anche grazie al servizio di libri in pillole 4Books. In venti minuti di lettura o audio condensa le pagine di libri che ” … sono grado di creare la scintilla in grado di cambiarti la vita” (cit.)
Potrebbe essere la soluzione per me che, ahimè, in questi ultimi anni manco il mio obiettivo di lettura 😉

Tornando alla formazione si osserva una sufficiente partecipazione per i tre quarti dei partecipanti (fino a nove eventi) e un ottavo di persone che ha partecipato a un numero tra dieci a diciannove. Un altro ottavo però non ha partecipato ad alcun evento formativo.

Il grado di soddisfazione sulla qualità della formazione è molto buona per la maggior parte. Sembra quindi di capire che se si è partecipato a un evento, lo si è selezionato bene e non ha deluso le aspettative.

La percentuale di conversione
I preventivi
Per quanto riguarda la parte economica, si nota una netta predominanza di liberi professionisti e freelance.
Hanno dichiarato di aver convertito i loro preventivi in affari in una percentuale pari tra chi lo ha fatto tra un quarto e la metà di quelli inviati e chi tra la metà e i tre quarti.
Un ottavo ha superato i tre quarti, e l’altro quarto ha dichiarato di non inviarne, appunto perché sono sotto contratto di collaborazione/ assunzione.
La percentuale di conversione dei preventivi risulta quindi molto buona e lascia presupporre che chi lavora in questo campo ottiene molti lavori.
Il calcolo qui si è concentrato sul fatturato e non sul numero dei preventivi. Di fatto è il guadagno portato a casa che, al di là del valore stesso del preventivo (variabile da progetto a progetto, da professionalità e professionalità e dalle tasse applicate), indica a mio avviso un buon indicatore di come gli affari vadano bene per questi professionisti.

Le candidature
Un conteggio simile è stato fatto per l’invio delle candidature, perché comunque questo aspetto accomuna sia alcuni liberi professionisti che desiderano reinserirsi in azienda e chi invece continua lungo questa strada e magari desidera cambiare azienda
La maggior parte dichiara di non aver inviato candidature, magari vista la percentuale di conversione dei propri preventivi e preferisce la sua indipendenza. Oppure è già inserito in forma stabile in azienda e ne è soddisfatto.
Ma c’è comunque una buona fetta di persone che dichiara di aver convertito la candidatura in un contratto, ovvero un quarto per oltre il 30% (a pari merito con chi ha ottenuto meno del 10% di conversione) e un ottavo tra il 10% e il 30%.

Uno sguardo al futuro
Veniamo ora alla parte più riflessiva dell’indagine, ovvero al sentimento degli intervistati per quanto riguarda l’anno in corso e quello alle fasi iniziali.
Durante la somministrazione del questionario è scoppiata una guerra. Gli echi della pandemia si fanno ancora sentire alla luce di una nuova variante e del fatto che a breve molte misure verranno allentate.
Tuttavia la gran parte degli intervistati ha manifestato una previsione rosea del proprio futuro lavorativo, pur con alcuni aspetti poco rassicuranti come potete leggere nelle risposte alla domanda 14.

Qui infatti intervengono sia elementi legati all’attualità come la pandemia e la guerra, sia quelli più tecnologici: l’influenza dello sviluppo dell’intelligenza artificiale nell’automazione nelle traduzioni, ma che in realtà riguarda anche il processo creativo dei contenuti.
Poi emergono gli elementi costanti per chi lavora nel mondo dei contenuti.
Gli intervistati citano l’età come elemento invalidante per essere assunti in azienda e la mancanza di percezione del valore del proprio lavoro da parte dei committenti.
Nelle aziende la mancanza di chiarezza degli obiettivi e dell’utilizzo dei dati per conoscere il proprio target e il budget limitato.

Gli aspetti rassicuranti riguardano i nuovi mercati che si stanno aprendo con necessità sempre maggiori di comunicare fra di loro. Che si potrebbe leggere anche come ripensamento dei mercati alla luce dei drammatici eventi militari in Ucraina e delle sanzioni economiche alla Russia.
Alcune costanti restano: il lavoro da remoto, un’auspicabile stabilità dell’Europa e il “rinsavire” dei datori di lavoro nei processi di assunzione del personale.

Conclusioni sulla piccola indagine sui professionisti dei contenuti 2021
Consuete difficoltà accomunano i professionisti dei contenuti ad altri in settori diversi. Inoltre grandi rivolgimenti hanno interessato gli ultimi due anni e purtroppo se ne sono aggiunti di nuovi dall’impatto forse ancora più a lungo termine.
Nonostante ciò il lavoro non manca e sembra destinato ad aumentare. Le prospettive sono infatti rosee.
Con ogni probabilità anche l’avvento dell’intelligenza artificiale è un fattore che modificherà mercati, professioni e abilità richieste. Anzi, lo sta già facendo.
Credo che questi professionisti saranno in grado di ambientarsi in tutta questa mutevolezza creando nuove sinergie e nuovi approcci e sviluppando ulteriori capacità. Si sapranno adattare anche alle professioni della tecnologia che si stanno delineano. In fondo gli esperti di contenuti possono lavorare benissimo anche dietro le quinte 😉
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