Ho visitato l’apprezzata e criticata esposizione universale di Milano in un caldissimo venerdì di agosto. In questo post troverete alcune osservazioni sull’ Expo da content editor e content strategist e qualche spunto d’ispirazione per collegare l’attività off line con quella online.
Ho osservato tutto con lo sguardo stupito di una visitatrice e viaggiatrice appassionata e con un occhio attento ai contenuti web da solerte content editor e content strategist.
La preparazione al viaggio
Come in ogni viaggio che si rispetti, la preparazione è fondamentale. Abbiamo deciso tutto un po’ all’ultimo momento e, visto che saremmo andati in tre, io, mio marito e nostra nipote, e che ciascuno di noi avrebbe voluto vedere cose diverse, abbiamo scelto alcuni padiglioni prima di partire. Sarebbe stato impossibile visitare tutto, date le dimensioni dell’esposizione.
Il treno ci era sembrata la soluzione ideale: Verona, la città in cui abito, infatti, non è molto distante da Rho.
Ho consultato il sito delle Ferrovie dello Stato per capire quanto tempo avremmo avuto a disposizione quel giorno per la visita, e quello ufficiale dell’Expo per capire come muoverci all’interno.
Il sito di Trenitalia
Pensavo che sarebbe stato semplice e veloce scegliere i treni, poiché avevo ricevuto un biglietto scontato inaspettato e c’erano diverse offerte disponibili. E invece, incastrare tutte le opzioni è stato un lavoraccio. Senza contare una misteriosa scritta Urb a fianco di una tipologia di treno (in una combinazione a tre cambi), che tuttora rimane un mistero.
Alla fine abbiamo scelto per una Freccia all’andata e un regionale al ritorno con un solo cambio sempre arrivando alla stazione Centrale. Siccome quel biglietto scontato non si poteva detrarre durante l’acquisto online, siamo dovuti andare in stazione a fare i biglietti il giorno prima 🙁
Ma come saremmo arrivati a Rho? L’unica opzione sembrava la metro, ma con quel caldo e la folla che avremmo incontrato, ce la saremmo davvero risparmiata. Pensavo ci fosse un pullman come quello che porta a Malpensa e così ho cominciato a consultare il sito dell’Expo.
Cosa avrebbe fatto per l’Expo un content editor e content strategist: nulla perché è evidente che nel sito di Trenitalia prevalgono le ragioni commerciali.
Il sito di Expo
La pagina Come raggiungere l’Expo
Ho visitato quindi la pagina Come raggiungere l’Expo, per capire se c’era quel pullman (forse quello della sigla Urb?). La pagina era scritta fitta fitta e formattata male, era molto descrittiva e per nulla redatta a vantaggio dell’utente che vuole informazioni brevi e pratiche.
Non essendo di Milano, potrei ignorare che Atm gestisce bus e metro insieme; insomma avremmo voluto viaggiare in superficie, ma alla fine abbiamo capito che non era possibile. Ho scritto una mail al servizio clienti di Expo per risolvere il dilemma e sono ancora qui che aspetto una risposta.
Abbiamo comprato il biglietto a 5 Euro dell’Atm valido per tutta la giornata e in due ore esatte dalla partenza treno+metro eravamo davanti ai cancelli per ritirare il biglietto per me, stavolta omaggio (eh sì, un altro dono inatteso!). Non c’è stato nemmeno il pienone che temevo né in treno, né in metro e la coda alle casse per convertire il mio biglietto è stata veloce. Fantastico!
Cosa avrebbe fatto per l’Expo un content editor e content strategist: avrebbe progettato la pagina web “Come raggiungere l’Expo” tutta orientata al visitatore e scritta in seconda persona singolare:
“Se arrivi:
- Con il treno direttamente all’esposizione attraversa la passerella, etc;
- In stazione Centrale ti conviene prendere la Metro linea… direzione.. , cambi a… e prendi la linea.. direzione…, acquistando il biglietto giornaliero che costa… e puoi trovare là…
- All’aeroporto puoi trovare la comoda navetta là…. che passa ogni tot minuti.. e questo servizio è disponibile dalle… alle...”,
piuttosto che scrivere quanti treni ti portano all’esposizione o sapere che i tre aeroporti Linate, Malpensa, Orio al Serio sono equidistanti dall’Expo.
Soprattutto, avrebbe scritto a caratteri cu-bi-ta-li o all’interno di un box colorato che i parcheggi per le auto devono essere prenotati (e quelli per le moto? boh!). Sapete quante persone l’hanno scoperto al momento?
La mappa della metro era scaricabile, ma avete provato a stamparla? Meglio prenderne una direttamente là. C’erano i link al sito Giromilano di Atm, ma quanti clic per ottenere un’informazione utile!
La pagina Esplora
Sistemato il discorso trasporto, volevamo capire dove erano posizionati i padiglioni in modo da non correre da una parte all’altra del sito espositivo e macinare chilometri inutilmente.
Sono quindi andata a visitare la sezione Esplora. In questa sezione non capivo perché i padiglioni dei singoli paesi erano nascosti nel menù a tendina sulla destra. Le sezioni dedicate ai cluster erano invece in evidenza su questa pagina.
Volevo capire dove erano collocati i paesi che volevamo visitare. Cliccando sul menù a tendina, i paesi erano raggruppati in due sezioni distinte A-L e M-Z e localizzati in due momenti diversi sulla mappa da scorrere col mouse per capire dove erano: aiuto!
Impossibile organizzarsi quindi, neanche scaricando la mappa. Avete provato a stamparla (encore!)? A meno che non ci si munisca di una lente di ingrandimento o di un foglio A3 per una stampa ingrandita, è praticamente illeggibile.
Quel giorno ci sarebbe stata la sfilata dello Zambia che celebrava la sua giornata nazionale: sarebbe stato interessante conoscere l’orario. Lo avremmo chiesto ai numerosi volontari o all’infopoint.
Cosa avrebbe fatto per l’Expo un content editor e content strategist: avrebbe diviso a metà la mappa in due file scaricabili così la leggibilità sarebbe migliorata un po’ e ci si sarebbe potuti fare un’idea prima di arrivare là e farsi travolgere dalle mille attrazioni. Avrebbe scritto gli orari delle rappresentazioni che i singoli paesi avevano organizzatonelle singole sezioni dedicate ai paesi e non su un cartello all’interno del padiglione come poi abbiamo potuto notare.
La visita
I controlli ai tornelli sono stati piuttosto veloci e per fortuna già in prossimità dell’ingresso c’erano numerosi volontari che davano la tanto agognata mappa a grandezza ragionevole e ventagli di cartoncino per affrontare il caldo. Breve summit a tre dei paesi che avremmo visitato e cominciamo. L’idea era di partire dall’inizio e arrivare fino agli Stati Uniti e di tornare all’ingresso con il bus comodissimo che faceva il giro della fiera.
Abbiamo visitato i seguenti paesi: Brasile, Angola, Vietnam, Moldova, cluster del riso, del cacao e cioccolato, Thailandia, cluster delle spezie, Paesi Bassi, Messico, Iran e Stati Uniti.
Avremmo voluto cominciare col Brasile (il padiglione con l’apprezzata passeggiata sulla rete sospesa) ma abbiamo dovuto abbandonare subito l’idea a causa della coda lunghissima. Siamo passati oltre e lo abbiamo lasciato alla fine della giornata quando con ogni probabilità ci sarebbe stata meno gente.
Ci siamo diretti allora verso i paesi orientali del cluster del riso, dove abbiamo scoperto tante varietà di riso e osservato gli attrezzi agricoli e gli oggetti di artigianato, e verso il padiglione del Vietnam, dove per un pelo ci siamo persi un ballo tradizionale (abbiano scoperto solo lì che ne facevano uno ogni due ore). Nulla ci ha vietato di fare qualche foto con gli artisti sorridenti e molto disponibili.


Poi siamo passati al cluster del cacao e cioccolato, facendo una veloce deviazione alla Moldavia, i cui singoli padiglioni sono piccoli e poco originali. Ci avviciniamo a quello della Bielorussia, composto da due metà come un biscotto ripieno (Oreo o Ringo che dir si voglia) e ricoperte di erba, dove al centro ruota un disco con la scritta elettronica Belarus, davvero originale dall’esterno. Purtroppo però, non si sa come mai, era chiuso.

Il padiglione della Thailandia ha attirato la nostra attenzione. Nonostante più di mezz’ora di coda sotto il sole, siamo stati premiati dai sorrisi e dal saluto tipico del personale thai che organizzava l’entrata in gruppi. Una pioggerellina nebulizzata è stata una gradita sorpresa rinfrescante. Ci aspettavano due video fantastici a contrasto con l’esterno molto tradizionale: uno proiettato sulla volta e uno proiettato in una sorta di vasca da visionare dai bordi.
Il primo mostrava la lungimiranza del re Bhumibol, amatissimo e oggi in realtà ben più anziano di come appariva nel video, nell’aver sostenuto l’agricoltura e averla migliorata con numerose iniziative, e il secondo mostrava la tecnologia impiegata per produrre ed esportare i suoi numerosi frutti della terra.
Quando siamo usciti, nel supermercato di prodotti tipici ci hanno consegnato dei foglietti con un questionario sul gradimento dell’iniziativa. Beh, dai video supertecnologici ai foglietti di carta compilati in un piccolo caos, è stato un bel salto, ma per chi è stato in Thailandia, sa che talvolta ci sono queste contraddizioni molto italiane se vogliamo.

Il cluster delle spezie e quello dei Paesi Bassi (che promuoveva le colture idroponiche che tanto fanno concorrenza alle nostre colture su terra dai frutti decisamente più gustosi) sono stati un po’ deludenti.
Il migliore di tutti probabilmente è stato quello del Messico, soprattutto dal punto di vista web content. Una ragazza all’ingresso, per nulla messicana, mentre aspettavamo in coda, ci ha attaccato un’etichetta sulla maglia. Abbiamo poi scoperto che, inserendola in una sorta di computer, si poteva fare un gioco e, lasciando la propria mail, pochi altri dati e mettendosi in posa per una foto che ti scattava la macchina, si poteva ricevere foto e materiale esplicativo sulle colture del Messico. Il tutto si poteva consultare a casa con comodo grazie a un codice e a una password stampati su un’altra etichetta alla fine del gioco. Fantastico!
Cosa avrebbe fatto per l’Expo un content editor e content strategist: avrebbe preso esempio dal padiglione del Messico e avrebbe fornito contenuti di approfondimento da scaricare una volta usciti dalla fiera, in cambio della raccolta dei contatti dei visitatori.
Il padiglione dell’Iran pure è stata una piacevole sorpresa. Di questo paese, purtroppo, si vedono sempre solo certe immagini nei telegiornali, ma, se avete avuto la possibilità di vedere i film di Abbas Kiarostami, sui video proiettati sulla destra di questa sorta di magico tunnel si possono riconoscere i suoi meravigliosi e diversificati paesaggi.
Con luci led hanno riprodotto sul pavimento un fiume che scorre fra numerosi vasi di piante tipiche di questo paese. Nelle teche sono custoditi bellissimi servizi da the completi di spezie, zucchero in cristalli e dolcetti, e a sinistra troneggiano i busti di personaggi di spicco della storia di questo antico paese.

Ci siamo poi recati al padiglione degli Stati Uniti più che altro per accontentare nostra nipote; non ci sarei andata, anche perché gli americani non credo ci debbano insegnare proprio nulla in fatto di cibo e nutrizione. Tuttavia è stato uno dei più visitati, ben strutturato su più piani, con l’orto verticale che non aggiunge niente di nuovo rispetto ai giardini verticali realizzati anche da noi; se non altro mi ricorda che la first lady ne ha realizzato uno orizzontale alla Casa Bianca 😉
Dopo aver preso il comodo autobus circolare, ci ritroviamo all’inizio del decumano per fare la passeggiata sulla rete sospesa del Brasile, dopo un’attesa in coda ora più che accettabile. Ci rimane del tempo per visitare il padiglione dell’Angola lì a fianco. Su una struttura posta al centro avevano montato degli schermi che mostravano interviste a personaggi femminili di spicco angolani. È infatti un paese in cui la donna ha un ruolo fondamentale nella custodia delle tradizioni e nella promozione dello sviluppo. Le statistiche del numero delle partecipanti alla vita politica e sociale lo dimostrano.

Cosa avrebbe fatto per l’Expo un content editor e content strategist: avrebbe colto al volo l’occasione di una fiera per far conoscere un’azienda attraverso contenuti originali e vicini alla sua essenza, ai suoi valori e ai bisogni dei suoi clienti, nonostante eventuali momenti di difficoltà.
Il padiglione Italia purtroppo è rimasto fuori dai nostri giri a causa di una coda che nel pomeriggio era lunga tutto un braccio del cardo! E della sfilata dello Zambia ci siamo proprio dimenticati, sorry!
Consigli pratici
- Non andateci assolutamente di sabato e di domenica. Ideale sarebbe dal lunedì al giovedì, altrimenti il venerdì è fattibile
- Munitevi di scarpe comode, cappellino, tanta acqua, golfini/felpe per proteggervi dall’aria condizionata micidiale di alcuni padiglioni (Thailandia docet là da loro e qui da noi 😉
- Fatevi regalare la mappa da qualcuno che ci è già stato con la promessa che non la userete per mettere i vostri timbri 😉
- Selezionate i padiglioni da visitare e lasciatene alcuni per improvvisare, potreste avere delle gradevoli sorprese (Iran e Angola pure insegnano!)
Consigli dall’Expo di un content editor e content strategist per aziende
- Mettetevi sempre nei panni del visitatore del vostro sito: cosa vuole fare? Dove vuole andare? Cosa vuole sapere? Due erano le cose fondamentali da curare: uno che va a una fiera vuole sapere cosa c’è da vedere e come ci si arriva. Punto. Tutto il resto lo guarda dopo, se ha tempo e voglia. Cercate di semplificare la navigazione e facilitate il reperimento delle informazioni nel minor numero di clic possibile
- Scrivete di conseguenza semplice, immediato, scorrevole: evidenziate per bene le informazioni più importanti, se necessario ripetetele più volte in varie parti del sito senza esagerare
- Come insegnano i padiglioni di Thailandia, Iran e Angola, prendete in considerazione la realizzazione di video all’interno di una content strategy
- Sfruttate le fiere anche per ridisegnare l’immagine dell’azienda o dei prodotti soprattutto durante e dopo momenti di difficoltà (come l’Iran e l’Angola) e continuate il dialogo anche dopo (come il Messico)
Conclusioni
In fondo l’Expo è una grande fiera di settore ove mettere in mostra il meglio di sé. Perché non continuare il dialogo con i visitatori anche al di fuori? L’esempio del Messico è davvero interessante e a mio avviso ben costruito; quelli dei paesi più in difficoltà stupiscono per l’inventiva e la forza comunicativa.
E per voi come è stata l’esperienza all’Expo dal punto di vista dei contenuti? Raccontatemi degli altri paesi che avete visitato qui nei commenti!
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Tutte le immagini sono ©Anna Colagè 2015-2021
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